
Raccolta che nasce e si sviluppa sotto il segno di un’accorata adesione al rimpianto. Libro dell’evanescenza del tutto, della sconfitta del senso di fronte a una perdita costante di punti fermi, di sentimenti a cui aggrapparsi nel diuturno estrinsecarsi del disastro.
Fresca è la sera
che piano mi sfiora,
dolce il ricordo
d’un sogno vissuto
che la brezza riporta
ad un’anima sola.
Innocente fanciulla
la tua immagine
nei miei occhi si culla
come rapita
ed ogni tuo gesto
mi ridona la vita,
tu sei come un faro
che il mare illumina
quand’anche l’alba
troppo buia mi pare.
La solitudine
è come un pianto
d’amore,
che non svanisce
scende
s’allontana
ma non sparisce,
è come
un’impossibile compagna
paradosso
d’un sogno,
voce che lagna.
Vecchio ubriacone
in te mi rispecchio
in te che solo te ne stai
come sta un vecchio
e con tanta gelosia
nella tremante mano
culli un bicchiere
che ad ogni sorso placa
vita e dispiacere;
oh tormentato vecchio
quanto m’assomigli!
Anch’io
nel buon vino
i più tristi ricordi
dell’amara vita
annego e dimentico,
così che anch’io
rido e farnetico
di un uomo che vidi
morir lentamente.
Taci amore,
d’un silenzio che sa
di primavera perduta
come il suono che fa
una voce taciuta;
Taci amore,
come fan le stelle
come tante fanciulle
addormentate e belle
nelle loro calde culle;
Taci amore,
taci e ascolta
l’enfatico niente
d’una vita tolta
a colei che mente.