Sarcastico ma profondo, anticonformista, audace e soprattutto pericoloso: Il curioso caso del signor G è un romanzo che richiede coraggio. Opera neoesistenzialista dallo stile ricco e frizzante, è percorsa dal solo, lucido intento di sacrificare al tempio dell’intelligenza i frutti di un’aspra critica alla società contemporanea: un dissacrante romanzo di formazione alla maniera del Candido di Voltaire, memoria sulla quale si innestano echi del Palomar calviniano e una beffarda ironia che rimanda all’umorismo ebraico del miglior Woody Allen. Le descrizioni di una humanitas senza volto, identificata negli “automi” che incarnano demagogia e populismo (perciò pirandellianamente in contrasto con la vita, come la persuasione con la retorica in Michelstaedter), sono condotte da un autore capace di miscelare riflessioni filosofiche e spunti teologici, fonti scritturali e fatti di ordinaria quotidianità, per offrire il quadro spietato, ma veritiero, di un mondo senza coordinate. Scritto benissimo, splendidamente condotto sul piano narrativo e linguistico, il lavoro di Gottardi è il canto isolato di un pessimista cosmico che, sardonicamente e amaramente, ride di cosa pensiamo, di cosa facciamo e di quello che siamo (tutti) diventati.
(dal risvolto di copertina – Bibliotheka Edizioni)